Con l’ennesimo ricorso alla “fiducia” il Governo ha ottenuto la definitiva approvazione dalla Camera dei Deputati del cosiddetto decreto “Salva-Banche” già positivamente licenziato dal Senato.
Sul contenuto di questo nuovo provvedimento che andrà profondamente ad incidere sulla vita dei risparmiatori italiani (per il passato – in primis le vittime del dissesto dei quattro istituti già travolti – ma anche per il futuro – con una più facile e meno controllata strada per il recupero dei crediti in sofferenza) si era già avuto modo di spendere un primo commento all’indomani del varo del decreto da parte dell’Esecutivo. E’ inutile ritornare su quanto già anticipato, ma non si può che confermare il primo, negativo, giudizio: non è la diminuzione delle tutele per i clienti (anche se morosi), ma solo l’aumento di responsabilità per i vertici, che può salvare il sistema bancario italiano sempre più in crisi.
Triste ironia, l’approvazione definitiva avviene nel medesimo giorno in cui la Cancelliera tedesca Angela Merkel esprime una certa durezza in materia di banche, affermando “Credo che sia stata concessa una certa flessibilità a certi Paesi. Guardando soprattutto all’Italia, abbiamo adottato diverse soluzioni, ma non possiamo ridiscutere ogni due anni“. Il tema del contendere è il cosiddetto bail-in, che l’Europa (Germania in primis) ha imposto e il nostro esecutivo, dopo un primo ferale entusiastico approccio, sta ora cercando di rivedere. In questo contesto non si può che condividere la posizione del Governo Italiano: il bail-in, da qualcuno spacciato come una “responsabilizzazione del cliente che partecipa al rischio di mercato”, se non riformato – e si scrive “riformato” per non giungere al più netto “cancellato” – con tempismo, sarà il veicolo del caos finanziario, in occasione del primo grosso istituto per cui dovrà farsi ricorso.
A fronte di tutto questo, l’analisi – e l’azione – si sviluppa su due piani diversi. Al singolo privato cittadino non si può che suggerire una necessaria attenzione ai conti dell’istituto a cui si affida ed una ancora maggiore ai contratti di mutuo che dovesse trovarsi a sottoscrivere. In questo frangente, in particolare, si confida nel contributo di un Notaio che sia innanzitutto pubblico ufficiale, garante della legalità e puntuale consigliere. A livello politico – inteso come partecipazione attiva ad ogni livello della vita del Paese – si deve insistere per la revisione di tanti aspetti del decreto “Salva-banche”; ma se anche questo avvenisse probabilmente non sarrebbe sufficiente senza un superamento netto del meccanismo del “bail-in”. Ancora una volta la scelta è fra l’Italia e l’Europa dei diritti, e quella dei mercati.
0 commenti