Anticipazioni su PMI

da | 9 Mag 2016 | societario

Il Ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan ha anticipato – in un’intervista al Corriere della Sera – alcune linee guida relative ad un decreto che il Governo confida di varare entro l’estate nel settore delle piccole medie imprese.

In particolare, duplice pare essere l’obiettivo dell’esecutivo: da un lato convogliare risorse private a sostegno della nostra imprenditoria, dall’altro spingere le realtà di più modeste dimensioni verso la strada della fusione per giungere a dimensioni che – si ritiene – possano garantire una maggiore competitività sui mercati internazionali.

Il meccanismo con cui il Governo confida di ottenere riscontri positivi sarà plausibilmente quello “fiscale”, con detassazioni e risparmi d’imposte per i privati che investono i loro risparmi e per gli imprenditori che decidono di crescere.

Si resta in attesa del testo del decreto, e della relativa concretizzazione di quanto anticipato, per dare un primo giudizio, evidenziando tuttavia già da ora alcuni aspetti che possono contribuire al dibattito sul tema.

Strumenti per raccogliere finanziamenti e capitale nel mondo della piccola imprenditoria già esistono, e si possono citare titoli di debito o l’equity crowfunding, la cui normativa rappresenta sicuramente un’eccellenza (anche in termini di tempestività) per il nostro Paese. E’ vero, tuttavia, che – ad oggi – i risultati sono stati inferiori alle attese, con una raccolta del credito che stenta a decollare. Le responsabilità? Difficile dare giudizi netti ma, volendosi esporre, ritengo che la causa principale sia dovuta alla mancanza diffusione e pubblicità fra il pubblico dell’esistenza di detti strumenti, anche a causa della naturale tendenza, da parte dei principali protagonisti del settore (istituti di credito e gestori del risparmio) a dirottare gli investimenti verso altri settori (obbligazioni “interne” – da Tango Bond a Banca Etruria – oppure fondi privati). In breve, dovrà valutarsi se l’incentivo fiscale invertirà l’attuale situazione agevolando il finanziamento alle imprese: si vuole tuttavia essere positivi ed auspicare un riscontro in tal senso, complice anche la pubblicità che l’operazione raccoglierà a livello mediatico.

Non nascondo dubbi maggiori circa la necessità di giungere a fusioni tra le PMI quale unica strada verso la sopravvivenza imprenditoriale. “Piccolo non è bello”, ormai si dice, ma pare non scontato il contrario. Il nostro modello delle PMI ha rappresentato la spina dorsale su cui si è ricostruita l’Italia dalle macerie del secondo conflitto mondiale fino a sedere fra le prime nazioni industrializzate al mondo. Non più tardi di alcuni mesi fa, Ma Weihua, fondatore della China Merchant Bank, dichiarava, prima di giungere, con altri protagonisti dell’economica cinese, nel nostro Paese, di recarsi  “a visitare il regno delle piccole e medie imprese italiane per scoprire qual è il loro segreto“, dimostrando tutta l’attenzione della – per ora.. – seconda economia globale verso quel modello. In sintesi, strumenti ed istituti che possano favorire sviluppo, ricerca, riduzioni di costi sono sicuramente da incentivare, ma in parte già esistono (ad esempio le reti d’impresa) e probabilmente non è la dimensione il maggior problema delle nostre PMI, bensì le difficoltà d’accesso alle risorse finanziare, il costo dell’energia, i tempi della giustizia (in particolare nel settore del recupero del credito). Tutti aspetti dove, nonostante alcuni ripetuti interventi, non si hanno ancora positivi riscontri (o – addirittura – istituti nuovi – quali le SRLS sotto-capitalizzate – hanno peggiorato la situazione).

In conclusione, si aspetta il decreto per valutare le norme, premettendo qualche fiduciosa aspettativa – che si auspica sia confermata – ed alcune perplessità che spero siano superate.

Fabio Cosenza

Notaio

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