Il 25 ottobre ricorre la Giornata Europea della Giustizia Civile, appuntamento annuale inaugurato nel 2003 ad opera di Commissione Europea e Consiglio d’Europa al fine di avvicinare i cittadini del Continente a dinamiche e problematiche della materia, nel continuo tentativo di costruire uno “spazio comune” oltre la moneta.
Nel contesto di questa iniziativa – che interessa 16 Nazioni in Europa e 88 città in Italia – il Notariato svolge un ruolo di primo piano. Il Consiglio dei Notariati dell’Unione Europea (CNUE) ha organizzato – coordinando le varie realtà nazionali – un contestuale “Open day dei notai d’Europa. Insieme per la sicurezza giuridica”, che prevede due importanti momenti partecipativi nell’arco della giornata. Il pomeriggio del 25 ottobre – infatti – gli studi notarili saranno aperti ai cittadini per offrire una prima informazione gratuita su casa, famiglia e impresa; la mattina – ancora più importante – i Notai saranno nelle scuole primarie e secondarie di I e II grado per incontrare gli studenti e parlare di legalità e della centralità della professione per la sicurezza del diritto a livello italiano ed europeo (come di recente già affrontato).
L’evento – che vede analoghi in tutto il Continente, nelle giornate dal 24 al 29 ottobre – merita la massima diffusione ed il pieno plauso, anche perché permette – una volta ancora – di aggredire certe vere e proprie sacche di disinformazione – eterodiretta ed interessata – sulla professione. In primo luogo, infatti, è opportuno ricordare l’ampia diffusione continentale del modello del “notariato latino”; affermare che il Notaio “esiste solo in Italia” costituisce una falsità che ormai travalica l’ignoranza per sfociare nella malafede. Dei 28 Paesi componenti l’Unione Europea, il Notaio (come a noi noto) esiste in 22 di questi; in tutto il mondo le potenze emergenti (Cina, Russia, realtà del sud-est asiatico) stanno optando o hanno già optato per l’introduzione della figura, baluardo di legalità. Entrando poi nel merito – potremmo dire – umano della professione, l’organizzazione degli incontri nelle scuole contribuisce altresì a sfatare il mito del Notaio “con il mantello a ruota”, vecchio e ricco, avulso dalla realtà e che si tramanda il sigillo di generazione in generazione. La componente “giovane” del Notariato è sempre più numerosa e sempre più attenta ad iniziative sociali; io stesso – che penso di rientrare ancora in una fascia verde di età, con i miei 32 anni – ho il piacere di avere nel mio Distretto altri colleghi con meno anni ma non inferiore bravura. Insistendo sul punto, la “trasmissibilità” del sigillo è modesta se comparata ad altre professioni: meno del 20% dei Notai ha un genitore che esercitava il medesimo pubblico ufficio (ed io – ad esempio – rientro nella maggioranza). La consapevolezza, invece, di essere servitori della Repubblica – seppure in un ruolo ibrido stante la natura anche libero professionale – rimane: e fra il collega Giuseppe Parazzini che si prendeva uova per difendere il Tricolore e i tanti Notai che il 25 ottobre incontreranno gli studenti vi è un’orgogliosa continuità.
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