Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?, declamava Cicerone in Senato all’indirizzo del nemico pubblico Lucio Sergio Catilina. L’invettiva è rimasta nella cultura moderna a definire una situazione più volte denunciata senza successo e che si è trascinata verso uno scontato criminoso epilogo. Nulla pare più appropriato per descrivere quanto ancora accaduto – e che purtroppo inevitabilmente si ripeterà in assenza di un deciso ritorno normativo al passato – nel settore della vendita di autoveicoli.
La cronaca di questi caldi giorni d’estate ci racconta – infatti – dell’ennesima truffa ai danni dello Stato – e conseguentemente dell’ennesima inchiesta – dovuta ad una fittizia intestazione di autoveicoli. In breve, come ci illustra puntualmente il Secolo XIX, la Procura della Repubblica di Genova ha sequestrato migliaia di autovetture intestate formalmente a un gruppo di cittadini di origini rom ma utilizzate quotidianamente da diverse centinaia di effettivi titolari. Questa titolarità fittizia dei veicoli risultava propedeutica non solo ad evitare il pagamento di bollo, assicurazioni, multe ma anche a compiere rapine ed altri fatti criminosi.
Com’è stato possibile tutto questo? Molto semplice: nessuno svolgeva controlli nei vari trasferimenti, ed infatti gli inquirenti temono che vi sia una vera e propria organizzazione criminale dedita a questi traffici illeciti. Da quando – infatti – non è più necessario l’intervento del Notaio per autenticare il passaggio di autoveicoli non vi è più una seria attività di vigilanza nel settore, con la conseguente esplosione di truffe e del fenomeno delle intestazioni fittizie: correva l’anno 2006, si celebravano le lenzuolate ed i loro risparmi ed ora tutti possiamo vedere com’è finita.. La replica più frequente è che il Notaio si limitasse a mettere una firma e non vi fosse un vero controllo (a volte, ardiscono i più critici, erano le segretarie a fare tutto e il pubblico ufficiale neppure compariva); non si può escludere che potessero esservi abusi (e nel caso andava punita la singola condotta e non smantellato un meccanismo a garanzia della legalità: sarebbe come chiudere gli ospedali pubblici per quale – inevitabile – errore medico) ma i numeri sono numeri e la cronaca non mente circa la comparsa di un meccanismo – quelle delle intestazioni fittizie – assente (o almeno marginale) fino a dieci anni fa.
Le conseguenze dell’attuale – sempre più scadente – situazione sono manifeste ed economicamente gravose per ciascuno di noi, colpendo il cittadino nelle proprie tasche direttamente ed indirettamente. Indirettamente in termini di spese di giustizia: le indagini, il personale ad esso dedicato, i processi hanno un costo che inevitabilmente impatta sulla pressione fiscale. Inoltre la necessità di destinare risorse al perseguimento di queste truffe contribuisce a rallentare l’intera macchina dei Tribunali italiani. Prescrizioni, tempi biblici dei processi, risarcimenti che non giungono mai ed impuniti a piede libero sono il frutto anche di questo mancanza di controlli. Direttamente perché il fenomeno delle intestazioni fittizie genera un maggior rischio di settore che si traduce in maggiori oneri assicurativi.
In breve, dieci anni fa qualcuno ha ingannato gli italiani togliendo controlli con la promessa di risparmi e la rassicurazione di nessun effetto collaterale. A distanza di dieci anni raccogliamo solo cocci, con un settore dove ormai è impossibile acquistare in sicurezza, spese aumentate (come ha anche certificato la CGIA di Mestre: andare dal Notaio costava mediamente meno che usufruire delle attuali agenzie di pratiche auto) e costi indiretti a carico di tutti noi (di chi guida, di chi non guida, di chi cambia un veicolo ogni sei mesi e di chi uno ogni sei anni). A guadagnarci? Come sempre le grandi lobby, in primis le assicurazioni che in questi anni hanno potuto indisturbate continuare ad aumentare le rc auto, con aumenti che – se già nel 2013 erano del 245% rispetto a 18 anni prima – non hanno mai smesso di incrementare.
Come sempre – in conclusione – è opportuno presentare valutazioni e linee guida per contrastare questo gravoso fenomeno. E’ evidente come l’unica opzione veramente risolutiva sia un “ritorno al passato”, come la reintroduzione della competenza notarile esclusiva nel settore. Per evitare costi eccessivamente gravosi per il cittadino andrebbe altresì prevista una tariffa fissa inderogabile e “sociale” che costituisca più che un vero e proprio compenso un rimborso per un servizio che il Notariato renderebbe al Paese. Sarebbe l’ennesimo contributo della professione alla Repubblica ma – come già accade per le gratuite SRLS – in tempi difficili volentieri si dà l’oro alla Patria, a fronte – ovviamente ed almeno – del riconoscimento della propria centralità per la sicurezza dei traffici giuridici. Sono tuttavia consapevole che il mio auspicio rischia essere lettera morta per un Parlamento che ormai guarda al termine della legislatura ed un mondo politico in generale che nutre l’opinione pubblica di facili populismi (e la restituzione di competenze ai Notai sarebbe subito preda di strumentalizzazioni, se non sostenuta da ampio e forte consenso). Nel mentre il consumatore è lasciato alla mercé di mercato e truffatori e a lui non può che andare un mio breve decalogo di consigli. Non solo invito a recarsi sempre da un Notaio quando si deve acquistare un autoveicolo ma raccomando di diffidare di tutti i soggetti che propongono strade alternative. Se un concessionario o un venditore cercano di dirottarvi presso l’agenzia di fiducia chi può assicurarvi che quell’auto non abbia poi diversi intestatari? Se un consulente vi propone di porre la titolarità del mezzo in capo ad un soggetto terzo passando per un ufficio pratiche compiacente siete consapevoli delle conseguenze – anche penali – che ne possono derivare? Se acquistate una nuova auto e vedete troppi passaggi pregressi senza Notaio come potete avere certezza che non vi siano state truffe in passato, di cui rischiate di subire voi – come attuali proprietari – le conseguenze (fra cui la confisca e la messa all’asta del bene)? L’approccio – ovviamente – è speculare anche per gli operatori del settore: venditori, concessionari, consulenti possono dare prova della propria serietà proponendo l’unico meccanismo che garantisce i propri clienti ed i propri assistiti, cioè l’autentica notarile.
Ancora una volta diventa decisivo fare una scelta: da un lato le lobby assicurative, i traffici poco puliti ed un presente (e futuro) di declino per il Paese. Dall’altro un ritorno al passato ed una prassi virtuosa (ed addirittura più economica!) che garantisce sicurezza, tagli di spesa, una giustizia più veloce e risparmi per tutti. Da che parte vogliamo stare?
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