La legge di bilancio 2018 regala un’importante novità in tema di atti finalizzati alla trasformazione del territorio, relativi – in genere – a piccole o grandi operazioni immobiliari.
L‘art. 1 comma 88 della legge 27 dicembre 2017 n. 205 ha infatti esteso le agevolazioni di cui al combinato disposto degli art. 20 della legge 27 gennaio 1977 n. 10 (cosiddetta legge Bucalossi) e art. 32 del d.P.R. 29 settembre 1973 n. 601 anche a tutti gli atti preordinati alla trasformazione del territorio posti in essere mediante accordi o convenzioni tra privati ed enti pubblici, nonché a tutti gli atti attuativi.
Il regime fiscale di favore – in particolare – prevede l’imposta di registro in misura fissa e l’esenzione da imposte ipotecarie e catastale.
Resta da definire quale sia l’ambito di applicazione dell’ampliamento di cui alla legge di bilancio. Le prime interpretazioni – si veda sul punto anche CNN Notizie in data 9 gennaio 2018 – forniscono una lettura estensiva, inserendo sia gli atti esecutivi di piani particolareggiati nonché i conseguenti atti di trasferimento (caso assai frequente in ipotesi di lottizzazioni).
Lo spirito della novella è chiaramente quello di agevolare tutti gli interventi relativi alla trasformazione del territorio nel solco di una nuova visione urbanistica ed edilizia che intende premiare gli interventi a “consumo zero“, obiettivo per cui l’Europa si è posta – come scadenza – il 2050 e il nostro legislatore è intervenuto ma solo a metà, approvando alla Camera il relativo disegno di legge che tuttavia ancora è fermo al Senato (e ora si teme un rinvio al prossimo Parlamento).
Si può dire che un primo passo – fiscale – è stato fatto ma ora, guardato il portafoglio, si chiede una svolta anche dal punto di vista ambientale; con 3 mq di suolo bruciati al secondo non si può lasciare alle sole Regioni la tutela del territorio (gli enti locali si stanno infatti già muovendo, ad es. l’Emilia Romagna ha approvato le “Disposizioni regionali sulla tutela e l’uso del territorio” con efficacia dell’1 gennaio 2018 disciplinante riduzioni nelle urbanizzazioni) che rappresenta – al pari di pensioni e lavoro – una vera emergenza nazionale.
Premialità e divieti rischiano però di non essere sufficienti; in questa sede non si può che invocare anche una maggiore selezione sui protagonisti privati del settore edilizia, introducendo normativamente paletti organizzativi e patrimoniali (stop a società semplificate esenti da responsabilità e prive di mezzi economici) per potere conseguire licenze e possibilità di costruire.
E nell’attesa del legislatore la possibilità di rispettare l’ambiente spetta al cliente, cui si chiede (e fortemente si consiglia!) di affidarsi soltanto a operatori solidi, perché la salvezza del nostro pianeta passa anche per la scelta dell’impresa cui affidare i propri risparmi ed il sogno di una casa veramente verde.
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