Dal Marocco una – positiva – novità che forse non tocca direttamente l’Italia ma consente interessanti riflessioni: lo scorso 22 gennaio il re Mohammed VI nel corso del Consiglio dei Ministri ha manifestato la volontà di aprire il concorso notarile anche alle donne.
La notizia – ripresa anche da organi di stampa italiani – è l’occasione per ricordare importanti dati circa la figura del Notaio e smentire sempre ricorrenti fake news sul tema.
In primo luogo si ricorda come non sia vero che il Notaio esista solo in Italia. Nel corso degli ultimi anni si è anzi verificata un’irresistibile espansione del Notariato di tipo “latino” (esattamente come lo conosciamo nel nostro Paese) a testimonianza dell’affidabilità del nostro sistema. In particolare in Marocco il Notaio è una figura centrale, con importanti competenze anche in ambito matrimoniale: in Italia – quando si è deciso di intervenire sulla materia – invece di guardare anche a più vicini modelli (vedi Francia) si è proceduto con riforme incompiute escludendo un potenziale ruolo risolutivo del Notariato.
Si deve altresì smentire la vulgata secondo cui quella del Notaio è una professione “maschile”. Come il caso marocchino insegna c’è sempre più spazio per le donne: in Italia al momento sono 1 su 3, con percentuali però prossime alla parità negli ultimi concorsi. In breve la parità di genere, nel Notariato a differenza che nel Paese e nella politica, è già realtà, senza bisogno di “quote rosa”.
Emerge altresì il tema dell’accesso alla professione, che in Marocco come in Italia passa per un concorso (ed infatti proprio in questi termini di “apertura” si è presso il sovrano Mohammed VI). Non si tratta quindi di un esame di abilitazione e neppure si ha un “passaggio ereditario” del sigillo: anzi, in Italia meno del 20% dei Notai in esercizio sono figli di Notai (ed io rientro infatti in questa maggioranza). In un Paese ove la mobilità sociale è sempre più difficile il concorso notarile rappresenta uno dei pochi strumenti con cui tutti hanno la possibilità – per ora.. – di migliorare le proprie condizioni personali e famigliari.
Concludendo, certe notizie dall’estero dovrebbero fare riflettere su un’eccellenza giuridica italiana che – al pari di formaggi e altri prodotti tipici – il mondo ci copia. In questo caso in verità non dovremmo invocare protezionismi ma solo un giusto orgoglio; negli ultimi anni – invece – si è tentato in tutti i modi di smantellare il sistema e affossare la categoria. Se però all’estero il PIL cresce (in Marocco: +3,8% nel 2017) ed in Italia stenta il motivo è anche nella progressiva soppressione di controlli e certezze – e qui svetta il Notariato – nell’ambito dei traffici giuridici con conseguente minore appetibilità del sistema Paese.
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