Rischio società nell’Unione Europea

da | 25 Giu 2018 | politica, societario

Nel capolavoro “Il giorno della civetta“, Leonardo Sciascia fa illustrare ad uno dei protagonisti che “la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso il nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno“, in una delle più riuscite metafore sulla penetrazione della mafia nella penisola. Era il 1961 e da allora le palme di strada ne hanno fatta se, come si può leggere a breve, ormai sono alle porte di Bruxelles.

Il tema è quello – già oggetto di ampio dibattito in Italia – della costituzione di società senza alcun controllo, in primis quello notarile. Nel nostro Paese ci hanno già provato (ed in parte purtroppo ci sono ad ora riusciti, con le start-up innovative), sempre con la scusa della semplificazione, raccogliendo tuttavia forti censure dalla parta sana della Repubblica, fra cui magistratura ed Autorità anti-corruzione, ma anche mondo dei consumatori e non pochi esponenti politici. Il rischio, ormai noto e pubblicizzato anche sui meno filonotarili organi di stampa, è quello di avere società di comodo intestate a prestanome o direttamente a boss mafiosi, in un mondo a metà fra Panama papers e vecchio West senza regole.

Il pericolo ora viene però direttamente da Bruxelles, con la Commissione Europea che ha presentato una proposta di direttiva (COM 2018/239) in cui pare volere spingere i Paesi membri ad adottare meccanismi di costituzione e modifica della società esclusivamente digitali, senza alcun reale controllo di legalità circa contenuto dei patti sociali, identità dei costituenti, provenienza delle somme impiegate. In breve, un incredibile regalo alla mafia e a tutte le organizzazioni criminali, che potranno così finalmente darsi senza freni ad attività di riciclaggio ed intestazione fittizia di imprese.

L’obbiettivo, dichiarato, è ovviamente quello “classico” di ridurre i costi per le PMI, tralasciando volutamente di affrontare il tema dell’impatto sulla sicurezze delle transazioni commerciali e le devastanti ricadute – soprattutto sociali – su mercato e mondo del lavoro. Come sempre si cerca di chiarire la sicurezza e i controlli in sede iniziale e di ogni successiva modifica nel mondo societario hanno un (piccolo) costo per il singolo che determina un (enorme) risparmio per la collettività in ottica di riduzione della conflittualità, minori spese di giustizia, tracciabilità e tutela dei contraenti.

Se questa direttiva della Commissione Europea dovesse trovare spazio (e già pare ci siano stati contatti con il sempre attivo MISE) il nostro continente finirebbe per adottare – proprio ora con la Brexit in corso – un modello anglosassone di gestione di registri e dati delle imprese che semplicemente ripropone la legge della giungla. Ma in un’ottica costruttiva, oltre la dovuta denuncia del rischio che potrebbe investire l’intera Europa, analizziamo con dati – e primi riscontri – concreti la proposta.

Il tema del risparmio proposto è ridicolo. La stessa Commissione parla di minori oneri oscillanti fra 42 e 84 milioni di euro per tutte le società dell’Unione Europea, che ammontano a circa 24 milioni. In breve si sta svendendo alla criminalità organizzata l’intero sistema di controlli nel diritto societario per circa due euro ad impresa.

L’adozione, inoltre, di un modello di costituzione senza controlli tipico del Regno Unito cozza con le ultime vicende politiche, in primis la Brexit. In breve si copiano meccanismi (di cui sono manifeste e denunciate le criticità, con Londra ormai vera lavatrice societaria d’Europa) da sistemi giuridici ormai sempre più lontani dall’Unione Europea, e questo a discapito di una più profonda cultura della tracciabilità (e legalità) che è invece tipica degli ordinamenti continentali.

Vi è altresì da interpretare in merito e procedura la proposta, come puntualmente fatto dal Consiglio Nazionale del Notariato nella persona del Presidente Salvatore Lombardo. L’illustre collega ha infatti evidenziato come il documento in oggetto possa (debba?) essere letto non nell’ottica del superamento del ruolo del Notaio in sede di costituzione delle società, bensì nell’implementazione delle procedure on-line, previa sempre la presenza del pubblico ufficiale. E’ quanto già avviene oggi in Italia, con il Notaio che invia tutto al Registro Imprese telematicamente, intrattenendo con lo stesso a medesimo mezzo ogni rapporto. Il prossimo passo – da più parti sollecitato – potrebbe essere la valorizzazione dei meccanismi di video-conferenza, in un solco già intrapreso – si pensi ai verbali assembleari – in ambito societario.

Infine non manca una valutazione prettamente politica. La proposta giunge in un momento di enorme crisi dell’Unione Europea, la cui incapacità di dare risposte concrete ai problemi veri del Continente ha riportato molti singoli Stati a rivendicare un proprio maggiore ruolo. Le motivazioni rischiano di essere ben fondate, se si pensa anche al caso concreto: smantellare, come detto, un sistema di controlli per un risparmio di due euro pensando così di salvare le PMI europee mentre i colossi non versano praticamente imposte rende bene l’idea della miopia di Bruxelles (se poi di miopia si tratta..). L’anno prossimo si terranno le elezioni per il Parlamento di Strasburgo e già i tempi tecnici per esaminare il tema in oggetto sono risicati. Se poi dovesse aversi una maggioranza euro-scettica ben altri saranno gli argomento di confronto e di scontro.

In conclusione, la proposta pare una follia demagogica che – senza alcun vero risparmio – potrebbe condurre al collasso i registri societari continentali regalando le nostre imprese alla criminalità organizzata. Le interpretazioni più attente evidenziano come non si illustri nettamente il superamento dell’attuale sistema di controlli (notarili, come in Italia, o con la partecipazione dell’Autorità Giudiziaria, come in Germania) ma il rischio – già manifesto – è che si utilizzi il grimaldello del “ce lo chiede l’Europa” per agire in tal senso anche autonomamente a livello nazionale. Nella speranza che il tema sia ricollocato – a Bruxelles – nei giusti confini complice anche la situazione politica non resta che vigilare sul fronte interno per evitare che il nostro – già provato – sistema di controlli societari possa essere definitivamente scardinato da colletti bianchi – consigliori dei legislatori – al soldo della malaffare.

Fabio Cosenza

Notaio

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