In particolare il MISE chiarisce come le modalità di adeguamento degli statuti delle imprese sociali necessario in forza del provvedimento di cui sopra non possono prescindere dall’intervento notarile.
Il dubbio era maturato dalla lettura dell’art. 17, comma terzo, del d.lgs. come modificato dall’art. del successivo d.lgs. n. 95/2018, ma è lo stesso Ministero a chiarirne la non sostenibilità “sia perché in evidente contrasto con l’art. 5, commi 1 e 2, del ridetto decreto 112 (che prevede l’intervento del notaio sia nella fase costitutiva che in quella delle successive modifiche), sia, più in generale, perché in chiaro contrasto con i principi, in materia, del diritto unionale, quali desumibili dall’art. 10 della direttiva 1132/2017“.
La circolare è degna di nota – aldilà del tema specifico – per almeno tre decisivi argomenti di carattere sistematico.
In primis perché pone un argine a questa tendenza all’eliminazione dei controlli, riaffermando la centralità in tal senso del ruolo del Notaio, spalleggiata da ricostruzioni di comodo da parte di coloro i quali vorrebbero rendere il diritto commerciale italiano un far-west in cui i soliti noti possono prosperare con modalità alla Panama-papers.
In secondo luogo perché mi possa rappresentare finalmente una svolta nel rapporto tra MISE e professioni in generale (e Notariato in particolare) caratterizzato, con gli ultimi esecutivi, da un’aggressività veramente poco comprensibile da parte dei tecnici del Dicastero di Via Veneto. La concorrenza è un valore, nessuno lo discute, ma anche riserve di competenze, controlli e conflitto alle tecniche distorsive della regolarità del mercato sono valori importanti per il nostro Paese e i suoi consumatori, e in questo solco tutti possiamo ritrovarci.
Infine perché si enuncia espressamente come l’Unione Europea, ad oggi (e del domani non v’è certezza, lo sappiamo, ma spetta a tutti noi vigilare ed intervenire, anche e soprattutto in cabina elettorale) non ci chieda “turboliberalizzazioni”, ma anzi invochi, ovunque, controlli seri e certezza di legalità. E in Italia, questo, soprattutto nel diritto societario, non può che portare a “più Notaio”.
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