Secondo (breve) approfondimento sulle novità contenute nella Finanziaria 2019. L’attenzione è in questa occasione rivolta al comparto “agricoltura”, con inediti spunti normativi che potrebbero avere ricadute non banali in ambito immobiliare e societario.
Sicuramente la novità che ha destato più scalpore riguarda l’assegnazione a titolo gratuito di terreni agricoli a favore dei nuclei familiari con tre o più figli, a condizione che almeno uno di questi sia nato negli anni fra il 2019 e il 2021. I terreni agricoli a disposizione saranno individuati fra quelli pubblici e – in particolare nel Sud Italia – quelli ormai abbandonati, e l’orizzonte temporale di utilizzo sarà di almeno vent’anni. I beneficiari del provvedimento sono, oltre le famiglie con almeno tre figli, anche le imprese agricole giovanili che riservano almeno il 30% del capitale sociale a nuclei famigliari provvisti dei requisiti di cui sopra.
Non solo: è prevista anche la possibilità di richiedere mutui agevolati senza interessi fino ad euro 200.000,00 per l’acquisto di una prima casa sita in prossimità del terreno che si ottiene in assegnazione.
Il tutto, ovviamente, è rimesso ad una più puntuale disciplina in futuri decreti attuativi, che dovranno chiarire non pochi punti in sospeso. E’ infatti fondamentale (note in ordine sparso) individuare i terreni da concedere e i limiti anagrafici entrano quali riconoscere i benefici sopra illustrati. E – aggiungerei – anche le compagine societarie che possono farne richiesta, escludendo ovviamente le SRLS che, come noto, sono ormai il principale strumento a favore di riciclaggio ed intestazioni fittizie.
Ma per i giovani imprenditori agricoli (under-40) non finiscono le buone notizie, con la previsione dell’esenzione totale dai contributi previdenziali per i primi 3 anni di attività e un’ulteriore riduzione nel quarto e quinto anno rispettivamente del 50% e del 60%.
La mannaia cade anche sull’IRPEF a carico di circa 400mila coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, che segue la cancellazione di IMU ed IRAP già approvato lo scorso anno.
Infine, si proroga al 30 giugno 2019 la possibilità di rideterminare i valori delle partecipazioni in società non quotate e dei terreni (sia agricoli sia edificabili) posseduti, sulla base di una perizia giurata di stima, a condizione che il valore così rideterminato sia assoggettato a un’imposta sostitutiva dell’8%.
In verità le novità non si fermano qui (numerosi gli interventi ulteriori: dalle misure per consentire il reimpianto con piante tolleranti o resistenti al batterio Xylella fino al fondo a sostegno del comparto apistico, passando per IVA agevolata per alcuni ingredienti centrali nella produzione del pano, oppure l’istituzione del catasto frutticolo nazionale) ma in questa sede ho voluto evidenziare quelle di principale impatto per l’attività professionale che ho il piacere di curare.
Nel complesso il messaggio che giunge è di grande attenzione al comparto agricolo, e non posso che esserne felice, nonché condividerlo in toto.
L’Italia è sempre più infatti un Paese di giovani agricoltori, con oltre 56.000 imprese in mano ad under-35 ed un tasso di crescita annuo pari al 5%. E spesso si tratta di realtà con un forte grado di innovazione e trasversalità, che si dedicano non solo ai tradizionali coltivazione o allevamento ma anche ad attività di trasformazione, vendita diretta, ricreative, produzione di energie rinnovabili, il tutto con indici economici migliori rispetto alla media del comparto (superfici maggiori, più occupati, fatturato più alto).
Nel 1988 Luca Barbarossa nella sua canzone “Yuppies” cantava di “quest’Italia un po’ americana. sempre meno contadini. sempre piu’ figli di […]“; pare che (finalmente!) tutto stia cambiando ed è sicuramente il momento adatto per tutti quelli che vogliono tornare alla terra e mettersi alla prova nei campi.
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