In data 8 marzo 2020 è giunta la comunicazione – prot. n. 2353/2020 – del Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato – Collega Cesare Felice Giuliani – nella quale si è chiarito che gli studi notarili, nel rispetto della legge 16 febbraio 1913 n. 89, rimarranno aperti.
Come già anticipato nel mio precedente intervento sul tema la norma richiamata punisce addirittura con la destituzione (art. 142) il Notaio che abbandona la sede in tempo di epidemia.
La circostanza – che, inutile negarlo, impatta in maniera sensibile sulle nostre vite, quelle dei nostri collaboratori e dei nostri cari – ricorda come il Notaio non sia un semplice professionista ma un Pubblico Ufficiale che rappresenta lo Stato nell’esercizio delle proprie funzioni alle quali non può abdicare neppure in una situazione di emergenza sanitaria.
In breve, mentre gli Uffici Giudiziari chiudono e si va verso la sospensione delle udienze (e l’attività scolastica, come noto, è bloccata) l’attività notarile prosegue.
Personalmente non posso che condividere la posizione assunta che è – banalmente – quella della legge. Come Notaio rappresento la Repubblica, al meglio delle mie modeste possibilità, ed essere – fino a quando possibile se in salute – al mio posto è il modo migliore per ricordarlo agli altri e anche a me stesso.
Come uomo, con persone aventi problemi di salute che mi aspettano a casa e la donna che ho accanto medico in un’altra città investita dalle recenti restrizioni, e come datore di lavoro, con tanti collaboratori per il quale sono il punto di riferimento, non posso nascondere una certa appressione; da qui la necessità di rendere ancora più rigide le norme di sicurezza igienica e sanitarie che abbiamo già approntato nei tre uffici (miei e della mia socia) e per la quale si chiede a tutti i clienti e i fruitori dello studio la massima collaborazione.
Ridurre l’accesso e inviare comunicazioni a mezzo posta elettronica, non farsi accompagnare da terzi estranei alle stipule, mantenere la distanza di sicurezza di un metro, utilizzare i distributori di sapone presenti nei bagni, contenere i contatti fisici sono le basilari indicazioni per dare il proprio contributo concreto nel combattere l’epidemia.
Non nego che – sul punto – la categoria aspetta – oltre indicazioni precise dei vertici – anche un aiuto normativo volto a ridurre tutti quegli oneri (dalla formazione continua alla consegna manuale di estratti e documenti all’Archivi Notarile) ignoti ai più ma che costituiscono un momento dovuto e gravoso per tutti i Notai.
Superata questa fase immediata di panico (perchè di ciò si sta parlando) si dovrà anche riflettere – rapidamente – sulle misure economiche necessarie ad aiutare chi più starà più subendo le conseguenze di una crisi inevitabile (in primis le partite IVA e i professionisti tutti, senza tutele e senza neppure tariffe professionali, che andrebbero introdotte senza se e senza ma), ricordandoci – permettete un moto d’orgoglio – che i Notai “rimanevano a bordo“ (semicit.), perché no – per legge – non siamo liberi professionisti come altri.
Possiamo farcela, ed io e tutti i miei Colleghi saremo al nostro posto.
Notaio
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