Dal 4 maggio è ufficialmente iniziata la fase di convivenza col COVID-19, in attesa di un vaccino che lo sconfigga del tutto: la c.d. “FASE 2“. Nonostante le perplessità, l’obiettivo principale è quello di risollevare l’economia del Paese.
Proprio in quest’ottica di ripresa, è in arrivo un nuovo decreto che dovrebbe – tra l’altro – prevedere degli incentivi rafforzati per rilanciare l’edilizia privata. L’intenzione di far leva sull’edilizia per la ripresa dell’Italia è stata anticipata dal Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, ma anche dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, nonchè dal Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro.
Con il decreto di maggio, più precisamente, si realizzerà un rafforzamento di agevolazioni ecobonus e sismabonus (e si ricorda che ogni anno si attivano lavori agevolati da bonus edilizi per circa 29 miliardi), che potrebbero salire anche fino al 110% o al 120%.
Spieghiamoci meglio.
I contribuenti (privati, famiglie o condomini) che realizzeranno – già dal 1 luglio – determinati lavori presso un edificio, pagandoli di tasca propria, potranno – al momento della dichiarazione dei redditi – beneficiare di una detrazione fiscale nella forma di un credito di imposta del 110% o del 120%.
Di che lavori si tratta?
I lavori che attivano questo meccanismo sono indubbiamente gli interventi di efficienza energetica ovvero finalizzati alla messa in sicurezza antisismica dell’edificio.
Il DEF ha ritenuto applicabile il meccanismo della detrazione – quindi del rimborso totale, se non maggiore, dei costi – a tre tipologie di lavori, nonché ad altri interventi eseguiti contestualmente ad almeno uno di queste tre categorie:
– isolamento termico di facciata e/o copertura;
– sostituzione di impianti termici con pompe di calore;
– sostituzione di impianti a gasolio con impianti maggiormente efficienti.
Ancora, si è accennato in questi giorni della possibilità per il contribuente che effettua questi tipi di lavori di ottenere detta detrazione mediante uno sconto immediato in fattura da parte dell’impresa che si occuperà dei lavori ovvero attuando una riscossione del credito nei 5 anni successivi. Nel primo caso, il fornitore anticiperà sotto forma di sconto l’intero costo dei lavori da realizzare.
Se il proprietario non potrà sostenere il costo dei lavori, la soluzione non sarà quella di doverli rinviare. Si potrebbe prevedere, infatti, un meccanismo di cessione del credito di imposta spettante ai proprietari degli edifici direttamente a banche ed intermediari finanziari, che anticiperanno il credito necessario per l’esecuzione dei lavori e ne incasseranno il relativo credito di imposta.
Restiamo, dunque, in attesa del decreto in arrivo per poter avere maggiori conferme e certezze sugli incentivi che troveranno applicazione, consapevoli che la scelta del potenziamento del settore edilizio potrebbe garantire non soloedifici più sicuri e più efficienti dal punto di vista energetico, ma altresì far “respirare” privati e condomini che beneficerebbero di un rimborso – per un importo anche superiore rispetto a quanto versato – dei costi sostenuti per lavori senza doverli ulteriormente rimandare per timore o mancanza di liquidità.
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