La conversione in legge del Decreto Agosto porta pessime notizie: risultano infatti sensibilmente ridotti i beneficiari del fondo prima casa. Ma andiamo con ordine e ricostruiamo l’intera vicenda.
Come noto il fondo prima casa è un istituto che permette a determinate categorie di soggetti di godere di una garanzia statale (pari a fino il 50% degli importi) quando richiedono un finanziamento bancario per l’acquisto della propria abitazione.
Questa sostegno ha rappresentato un vero e proprio volano per la nostra economia – soprattutto in tempi di crisi – con quasi 100.000,00 domande accolte per un 68% di beneficiari under-35.
Già lo scorso anno era solto qualche timore circa la possibilità che venisse rifinanziamento, il tutto poi fortunamente rientrato.
Ora invece pare palese come i tentennamenti del 2019 fossero solo l’antipasto della pessima notizia dell’estate 2020: il fondo è stato infatti sì rifinanziato, riducendo tuttavia i possibili beneficiari.
Fino ad agosto, infatti, l’ordine delle richieste era disciplinato prevedendo alcuni soggetti quali prioritari (senza tuttavia escludere ex nuce gli altri). Ora, invece, si è deciso di cassare questa distinzione, lasciando soltanto quest’ultimi (ed eliminando tutti gli altri).
In breve, chi oggi può godere del sostegno del fondo prima casa sono esclusivamente:
– giovani coppie under 35;
– nuclei familiari monogenitoriali con figli minori;
– conduttori di alloggi popolari (IACP);
– giovani under 35 con lavoro atipico.
Le nuove regole si applicano dal 14 ottobre 2020 e rappresentano un fulmine a ciel sereno: soltanto con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale si è avuto contezza della situazione.
Il tutto ovviamente con ricadute pesantissime anche per le pratiche di mutuo già discusse e che su detta garanzia si reggevano. Tutte queste posizioni sono destinate a riscontri negativi con conseguenze non solo economiche (in termini di mancate transazioni) ma anche di contenziosi giudiziari laddove vi fossero già accordi contrattuali.
La scelta politica è decisamente preoccupante per non dire offensiva: nel momento in cui l’ultimo DPCM mette in ginocchio le attività di centinaia di migliaia di italiani e si promettono “indennizzi“, nel contesto della peggiore crisi economica della Repubblica, si chiude il mercato immobiliare ad una larga fetta di popolazione, depotenziando un istituto dal grande successo e costo contenuto per l’Erario.
Ad ora l’unica speranza è un passo indietro normativo che purtroppo anche laddove giungesse non potrà essere celere; nel mentre – come Studio – stiamo valutando strumenti alternativi sui quali confido di aggiornare clienti e professionisti con i quali ho il piacere di collaborarere.
Notaio
0 commenti