Ad allietare questo caldissimo agosto arriva un’ottima notizia per tutti i giovani che stanno valutando di comprare casa nella nostra regione: è stato rinnovato il bando montagna Emilia Romagna, per un ammontare pari ad euro 5.000.000,00, cifra sicuramente non banale.
Si tratta, in particolare, di una misura introdotta nel 2020 – cui avevamo già dedicato un approfondimento – finalizzata ad incentivare l’acquisto di abitazioni “prima casa” (e comunque da destinare ad a residenza abituale) site in 119 Comuni montani.
Il contributo è fino ad un massimo di euro 30.000,00 – pari al 50% delle spese sostenute – e con un minimo richiedibile di euro 10.000,00.
Il bando è rivolto a maggiorenni – italiani, comunitari o extracomunitari regolari – nati dopo l’1 gennaio 1982 e che vivono o lavorano stabilmente in Emilia Romagna, con un ISEE inferiore ad euro 50.000,00 e che in passato non abbiano già usufruito di anologhe misure agevolative.
Le domande possono essere presentate dalle ore 10 del 12 ottobre 2022 alle ore 12 del 10 novembre 2022, cui seguirà una prima fase di predisposizione – da parte della Regione – della graduatoria degli ammessi e una seconda fase di liquidazione delle richieste accolte. Per gli esclusi, laddove vi fossero ulteriori risorse, si valuteranno successivamente possibili “ripescaggi”.
I Comuni interessati dall’iniziativa sono quelli riportati nel documento cui si rinvia.
Personalmente, come già scrissi in occasione del debutto del bando nel 2020, ritengo si tratti di uno strumento degno del più ampio consenso e appoggio: e anche questo breve articolo vuole essere momento di diffusione e di plauso.
Non bisogna inoltre dimenticare come le risorse del PNRR stanno permettendo proprio a tanti Comuni montani di migliorare le proprie infrastrutture (in primis scuole e luoghi di aggregazione), rendendoli quindi mete ancora più interessanti ove potere vivere.
Se proprio si vuole – non in ottica critica ma di spirito costruttivo – chiedere un ulteriore sforzo alla politica locale è quello di investire ulteriormente sul sistema dei trasporti pubblici, vera chiave di volta per amplificare la vivibilità dei piccoli centri dell’Appennino. Per chi infatti studia o lavora a Bologna (o in altri capoluoghi) o nella prima cintura urbana diventa complesso abitare in località così distanti rispetto ad ove si sviluppano le proprie attività giornaliere. Ecco quindi che più frequenti treni o autobus, più numerosi punti di interscambio, tali da rendere meno gravosi – soprattutto in termini di tempo – gli spostamenti possono veramente rianimare tante zone montane con qualità della vita nettamente superiore alla città (e lo scrivo da convinto ed entuasiasta “Notaio di paese“)
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