DONAZIONE CON OBBLIGO DI ASSISTENZA

da | 6 Lug 2024 | famiglia, immobiliare | 4 commenti

La donazione con obbligo di assistenza è un istituto giuridico disciplinato dal nostro ordinamento, applicabile in situazioni in cui il donante intende trasferire un bene al donatario, imponendo a quest’ultimo l’obbligo di fornire assistenza continuativa al donante stesso o a un terzo. Questo strumento negoziale è regolato principalmente dagli articoli del Codice Civile italiano, che ne stabiliscono requisiti e modalità di attuazione, ed è stato altresì oggetto di alcune pronunce di legittimità che andremo a richiamare.

L’articolo 769 del Codice Civile definisce la donazione come “il contratto col quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l’altra, disponendo a favore di questa di un suo diritto o assumendo verso la stessa una obbligazione”. La donazione con obbligo di assistenza, specificamente, implica che il donatario non solo riceva un bene, ma assuma anche l’obbligo di fornire assistenza al donante o a terzi. Questa assistenza può comprendere cure mediche, supporto economico, ospitalità, o altre forme di sostegno necessarie a garantire il benessere della persona assistita.

L’articolo 793 del Codice Civile tratta dell’onere nella donazione, stabilendo che “la donazione può essere gravata da un onere, purché l’onere non sia tale da lasciare al donatario un vantaggio puramente illusorio”. L’onere deve essere chiaramente specificato nel contratto di donazione, definendo con precisione i compiti e le responsabilità del donatario. Questo principio si applica anche alla donazione con obbligo di assistenza, dove l’onere consiste nell’assicurare un supporto continuativo al donante o a terzi.

L’istituto della donazione con obbligo di assistenza è spesso utilizzato in contesti familiari. Ad esempio, un genitore anziano può trasferire la proprietà di un immobile a un figlio, imponendogli in cambio l’obbligo di prendersi cura di lui durante la vecchiaia. Questo strumento permette di assicurare che il donante riceva l’assistenza necessaria, in un contesto di fiducia reciproca e senza gravare sui sistemi di assistenza pubblica.

Secondo l’articolo 782 del Codice Civile, la donazione deve essere stipulata per atto pubblico, alla presenza di un notaio e di due testimoni. È essenziale che il contratto specifichi chiaramente l’entità e la natura dell’obbligo di assistenza, definendo in modo preciso i compiti del donatario. L’accettazione da parte del donatario deve essere espressa, poiché implica un impegno significativo e continuativo.

In caso di inadempimento degli obblighi assunti dal donatario, il donante o i suoi eredi possono richiedere la risoluzione della donazione per inadempimento, come previsto dall’articolo 793 del Codice Civile.

La Corte di Cassazione ha più volte affrontato casi relativi alla donazione con obbligo di assistenza, fornendo chiarimenti importanti. Ad esempio, nella sentenza n. 7476 del 26 marzo 2007, la Corte ha stabilito che l’inadempimento degli obblighi di assistenza può giustificare la risoluzione della donazione, sottolineando l’importanza di un’esecuzione puntuale e adeguata degli obblighi contrattuali.

In un’altra sentenza, la n. 18485 del 12 luglio 2018, la Corte ha ribadito che l’obbligo di assistenza non può essere interpretato in modo generico, ma deve essere chiaramente specificato nel contratto di donazione. La mancanza di chiarezza sugli obblighi può portare a controversie e difficoltà nell’esecuzione del contratto.

Una sentenza più recente, la n. 14143 del 25 maggio 2021, ha ulteriormente chiarito che il mancato adempimento degli obblighi di assistenza previsti nel contratto di donazione costituisce causa di risoluzione del contratto stesso. La Corte ha sottolineato che l’assistenza deve essere adeguata e conforme a quanto stabilito nell’atto di donazione, ribadendo l’importanza della specificità e della precisione degli oneri imposti.

Uno dei principali vantaggi della donazione con obbligo di assistenza è la sicurezza per il donante di ricevere assistenza e cure adeguate, evitando l’incertezza che può derivare da altre forme di accordo non formalizzate. Tuttavia, ci sono anche delle criticità. La principale è legata all’eventualità che il donatario non adempia agli obblighi assunti, situazione che può generare conflitti familiari e richiedere interventi giudiziari per la risoluzione del contratto.

La donazione con obbligo di assistenza rappresenta un istituto giuridico di grande utilità, in grado di rispondere a specifiche esigenze di protezione e supporto personale. E’ bene però ricordare come la sua efficacia dipenda dalla chiarezza degli accordi e dalla fiducia tra le parti coinvolte. L’attività notarile di consulenza preliminare è quindi fondamentale per garantire che l’atto di donazione rispetti l’esatta volontà tanto di donante che di donatario.

Fabio Cosenza

Notaio

4 Commenti

  1. Mio marito mentre eravamo separati ha firmato il testamento del padre dove rinunciava all eredità con acquiescenza e quindi rinunciava alla casa dove le figlie avevano il diritto di abitazione e le due figlie erano minori ed una maggiorenne che diritto avrebbero le figlie possono agire legalmente? Grazie

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    • Da quanto comprendo mi pare si sia trattata di un’acquiescenza a volontà testamentarie a seguito della pubblicazione del testamento: Suo marito poteva legittimamente procedere in tal senso.

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  2. gentilissimi…se nell’atto si parla di ASSISTENZA DIRETTA….questa cosa significa? dover direttamente occuparsi del donante? o è possibile farlo assumendo una persona che se ne prende cura?

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    • E’ difficile fornire una risposta senza conoscere il testo dell’atto; posta in tali termini l’espressione pare implicare un’assistenza personale a favore del donante e non tramite terzi.

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