La Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge che converte il decreto legge 16 ottobre 2017, n. 148, collegato alla legge di bilancio 2018, (cosiddetto “decreto fiscale“). Il contenuto del provvedimento è eterogeneo e – in attesa della cosiddetta “finanziaria” – si anticipano in questa sede gli aspetti di più diretto interesse.
Di netta importanza è la previsione di un equo compenso a favore di tutti i professionisti. La norma – tuttavia – non avrà nell’immediato un effetto decisivo per evitare l’ormai avviata proletarizzazione del ceto medio e il continuo decadimento della qualità delle prestazioni. La nuova disciplina era inizialmente prevista solo per gli avvocati; estesa poi a tutti i professionisti si limita al rapporto con i “clienti forti” ed è facilmente derogabile. In breve, si confida di tornare in via più puntuale sul tema ma ad oggi non può che essere visto solo come un primo passo a cui dovranno seguirne altri.
Si riapre invece la rottamazione delle cartelle esattoriali, ampliando termini (fino a settembre 2017) e platea interessata (anche chi non ne aveva fatto domanda ovvero era già moroso nel pagamento delle rate). Nei fatti si tratta di un mini-condono che evidenzia l’incapacità dello Stato di procedere ad una puntuale riscossione delle entrate in un continuo e affannoso tentativo di fare cassa. Il tutto con la consapevolezza che non sono pochi i soggetti – vedi società semplificate o a un euro di capitale – che non versano imposte né pagheranno mai cartelle, dietro lo scudo della responsabilità limitata, determinando un’evidente distorsione della concorrenza. In breve, gli incentivi al recupero agevolato fiscale andrebbero accompagnati a strumenti che ne evitino il reiterarsi: si inizi a “fare pulizia” in ambito societario e il Paese non potrà che beneficiarne.
Sempre in ambito fiscale arriva un altro condono, con la possibilità per gli ex-residenti all’estero o i transfrontalieri di regolarizzare incassi per attività o vendita di immobili non dichiarate con un versamento del 3%. Facile ripetersi: ennesima misura per raccogliere spiccioli.
Non si può che valutare positivamente – invece – un correttivo in materia di confisca allargata che – recependo le puntuali indicazioni del Presidente della Repubblica – viene estesa ad una serie di reati (ad es. e citando casi eclatanti: corruzione tra privati, delitti commessi con finalità di terrorismo internazionale, reati informatici) ai quali pareva non trovare applicazione per un difetto di coordinamento normativo. La lotta alle mafie passa necessariamente da misure di aggressione e recupero patrimoniale, vero strumento per “togliere aria” ai criminali; ora si confida in un’attenzione anche verso i meccanismi “a buon mercato” per avere società di facciata e prestanome (su tutti la costituzione on-line senza alcun controllo di start-up).
Si estende invece il numero degli studenti fuori sede che possono godere di detrazioni fiscali relativamente ai canoni di locazione da loro sostenuti. In particolare il vantaggio fiscale è riconosciuto anche chi studia nella medesima provincia di residenza e riducendo – per soggetti che vivono in zone montane o disagiate – la distanza minima richiesta da 100 a 50 km. Provvedimento di certo positivo, che incoraggia lo studio, ma con una – temo – spiacevole conseguenza. In molte città il mercato delle locazioni studentesche vive di totale deregolamentazione, con pagamenti parzialmente o totalmente “in nero”. La norma sicuramente incentiverà i ragazzi (ed i loro genitori..) a richiedere una – giusta – regolarità fiscale ma potrebbe invogliare i proprietari ad accentuare un fenomeno sempre più dilagante: rivolgersi al mercato dell’airbnb. Quest’ultimo – infatti – offre meno possibilità di nascondere i propri redditi, ma garantisce maggiori sicurezze in termini di incassi, possibilità di avere l’immobile disponibile quando necessario, manutenzione dello stesso. Già in molte città – Bologna ne è un chiaro esempio – iniziano – a causa di questa nuova tendenza dei proprietari – ad esserci difficoltà per studenti (ed anche lavoratori) nel trovare un alloggio disponibile. Il suggerimento – pertanto – è di intervenire in maniera organica nel settore per coniugare vantaggi fiscali, trasparenza tributaria e maggiori possibilità d’alloggi: un piano d’edilizia straordinaria?
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