Sicilia prima per l’equo compenso

da | 4 Set 2018 | politica

La normativa sull’equo compenso è finalizzata a rimuovere previsioni – da parte delle Amministrazioni Regionali – di compensi non correttamente rapportati alla qualità ed alla quantità delle prestazioni rese dai professionisti, nonché di compensi meramente simbolici rispetto all’incarico agli stessi conferito. 

Il legislatore ha voluto contrastare tale fenomeno di recente diffusione, accentuato anche dall’abolizione dei tariffari, col decreto legge 16 ottobre 2017 n. 148, come convertito con modificazioni in legge 4 dicembre 2017 n. 172.

Si precisa, all’articolo 19 quaterdecies, come la garanzia del principio dell’equo compenso – relativamente alle prestazioni rese dai professionisti – spetti alla Pubblica Amministrazione, in attuazione dei principi di trasparenza, buon andamento ed efficacia  delle proprie attività. In particolare, l’Amministrazione Regionale deve non solo riconoscere il valore socio-economico delle prestazioni professionali, ma è chiamata, altresì, ad applicare il principio dell’equo compenso in concreto. Ancora, il decreto qualifica quali clausole c.d. “vessatorie” le clausole del contratto di affidamento che consentono al committente di prendere posizioni aggiuntive, rispetto a quanto inizialmente convenuto, a titolo gratuito. 

Nella delibera dello scorso 28 agosto, prot. n. 11346 della Giunta della Regione Sicilia, si assiste ad una presa di posizione regionale, senza precedenti nel nostro Stato: la Regione Sicilia applica la normativa in materia di equo compenso puntualizzando quanto sopra descritto ed elencando singole professioni unitamente ai relativi decreti ministeriali vigenti che ne disciplinano i compensi. 

Rilevano tre aspetti da considerarsi anch’essi per la loro portata innovativa e di fondamentale rilevanza pratica.

In primis, tra le categorie di professionisti menzionate nella delibera (avvocati, commercialisti, assistenti sociali, professioni sanitarie, professioni tecniche) è citata anche quella notarile, per la quale trova applicazione il decreto ministeriale n. 106/2013.

Ancora, l’elencazione delle professioni non risulta essere tassativa in quanto “per le ulteriori categorie di liberi professionisti è prevista l’emanazione di successivi decreti ministeriali”.

Da ultimo, in linea con la ratio della normativa sull’equo compenso, la Sicilia si propone di impartire indicazioni affinchè si eviti il ricorso a criteri di valutazione delle offerte idonei potenzialmente ad alterare l’equilibrio tra prestazioni professionali da effettuare ed il compenso stabilito, nonché prevenire l’inserimento di clausole vessatorie nei contratti di affidamento. 

Si auspica che l’iniziativa siciliana possa fungere da esempio trainante per le altre Regioni italiane, in funzione di una – maggiore e più concreta, nonché condivisa – applicazione delle nuove regole in materia di equo compenso.E’ anche importante sottolineare come – proprio il nostro Sud, spesso presente nelle cronache per disservizi e poche possibilità per i giovani – sia in questo caso in prima fila per ridare dignità al mondo delle professioni.

Raffaella Di Marco

dott.ssa - collaboratrice Studio

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