E’ stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale (serie generale n. 87 del 14 aprile 2016) la legge 8 aprile 2016 n. 49 di conversione del decreto legge 14 febbraio 2016, n. 18 affrontante, inter alia, la cosiddetta riforma delle banche di credito cooperativo, che pertanto trova applicazione dalla data odierna.
Il percorso pare ormai segnato e per il sistema bancario cooperativo è tempo di scelte: accettare una capogruppo sotto forma di SpA con cui i rapporti saranno oggetto di definizione, procedere da soli – ma esclusivamente per i soggetti con un patrimonio netto non inferiore ai 200 milioni di euro – oppure fondersi per cercare di raggiungere il limite quantitativo appena ricordato.
Tutto chiaro, sulla carta, ma si resta in attesa dei regolamenti, affidati a Banca d’Italia e Ministero dell’Economia e delle Finanze, destinati in particolare a meglio delineare profilo, opere (miracoli e missione) della capogruppo. Nel mentre si ritiene i tentativi di dare vita ad aggregazione di maggiore spessore – vera finalità più o meno velata della norma – non mancheranno, animando il mercato del credito italiano.
Di certo non sono sopite le polemiche sia da parte degli attori protagonisti, cioé gli istituti cooperativi, che dei commentatori politici (si rimanda, in particolare, al duro intervento del Senatore Massimo Mucchetti): nei prossimi mesi non sono da escludere aggiornamenti sul tema.
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